
Figlie del Sacro Cuore
“Donne infiammate di amore di Dio”, seguono Gesù,
unico loro modello,
fanno propri i suoi sentimenti
e si conformano a Lui.
“Egli a voi e al vostro Istituto ha fatto il prezioso
dono del suo Cuore, perché non da altri impariate la santità essendo
Egli della vera santità la sorgente inesauribile”.
ACCESSO VELOCE
SPIRITUALITÀ
Partendo dall’interiorità del Cuore incarnato di Cristo così come è espressa in Mt 11,25-30, i Fondatori mettono l’accento sull’unicità dello slancio e della carità del Signore Gesù nella dimensione del rendimento di grazie al Padre in atteggiamento di filiale e tenera confidenza e di compassione verso l’umanità stanca e oppressa. Il nome Figlie del Sacro Cuore di Gesù, “ figlie” eredi della Carità del Cuore di Gesù, comprende tre nuclei fondamentali, che si collegano tra loro.


Teresa nasce a Bergamo dai coniugi Grumelli e Verzeri, nel 1801. E’ la prima di altri sei figli. E’ una famiglia che vive radicalmente la vita cristiana. Teresa manifesta sin da piccola alcune qualità di carattere, che saranno determinanti per la sua vita futura: temperamento vivace e allegro, indipendente e intraprendente, ma soprattutto molto riflessiva.

Giuseppe Benaglio è un personaggio storico, non sconosciuto nella sua Diocesi di Bergamo e significativamente presente nella vita, nel carisma e nella spiritualità dell’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù, di cui è Fondatore insieme a Santa Teresa Verzeri. Nasce dalla famiglia del Conte Antonio di Sanguineto e di Caterina Ginammi. Ordinato prete nel settembre del 1790, a ventidue anni. Aveva un carattere gioviale, allegro, incline alle amicizie, di animo impetuoso.
“Il Signore vi ha benedette e continuerà a benedirvi sempre. Egli vi custodirà come la pupila del suo ochio, Egli vi riempirà sempre più del Suo divino Spirito.
Egli si servirà di voi, come di strumenti che si è preparati per insinuare nei giovani le massime salutare del Vangelo. Io vi benedico e invoco dalla Trinità tutte quelle grazie che guidino alla santità voi e i vostri giovani.”
Mons.Giuseppe Benaglio